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arte e oltre / art and beyond
rivista trimestrale di arte contemporanea
ISSN 2284-0435

Festival Equilibrio al Parco della Musica

Natalia Gozzano

L’appuntamento annuale con la danza contemporanea internazionale del Festival Equilibrio si è svolto quest’anno con una forte presenza della Spagna al femminile e di incursioni in città, coinvolgendo giovani e giovanissimi.

Il festival ha offerto una gamma estremamente interessante di opere di artisti di varia provenienza, incentrate sulla relazione tra movimento e musica. In particolare, oltre ai consolidati nomi di Alain Platel e Frank Van Laecke, molto forte è stata l’impronta delle coreografe Sol Picò, Àngels Margarit e María Muñoz. Altra caratteristica di questa dodicesima edizione del festival è stata la presenza delle compagnie italiane Aterballetto Fondazione Nazionale della Danza, Compagnia Zappalà Danza e Compagnia Virgilio Sieni CanGo, le tre “Case della Danza” create col decreto Franceschini per il triennio 2015/17.

Un impegno ulteriore è poi stato quello rivolto alla sperimentazione con gli studenti del Dipartimento Jazz di Santa Cecilia coordinati da Paolo Damiani e gli studenti del Biennio Compositivo della Scuola di Coreografia dell’Accademia Nazionale di Danza coordinati da Enrica Palmieri.

L’edizione 2016 di Equilibrio ha offerto inoltre la possibilità di coinvolgere gli spettatori con laboratori, workshop, lezioni danza gratuite e "incursioni" danzanti dedicate a Roma.

Il festival si è aperto con la compagnia Aterballetto, che ha portato in scena Upper-East-Side e e-ink, entrambe coreografie di Michele Di Stefano e L’eco dell’acqua di Philippe Kratz. Tre differenti approcci, dalla meccanica del movimento in relazione allo spazio e alle dinamiche del gruppo, al duetto ironico, plastico e vivacemente ritmico, alla lirica desolata e profondamente umana, l’Aterballetto ha offerto tre brani suggestivi e attuali. Si sono poi susseguiti la Compagnia Cuenca / Lauro con (zero) e Lili Estaras / Irene Russolillo con The Speech; Virgilio Sieni ha portato in scena Isolotto, dodici fasi che tracciano un «atlante inedito sul corpo della danza» eseguite dallo stesso Sieni con la musica dal vivo di Eivind Aarset; Piergiorgio Milano ha presentato Pesadilla, la Compagnia Zappalà Danza Instrument 1 <scoprire l’invisibile>; NTGent / les ballets C de la B con la regia di Frank Van Laecke e Alain Platel hanno realizzato En avant, marche!, una coreografia con la musica di Steven Prengels eseguita dal vivo dalla Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio: una esibizione travolgente, appassionante, a tratti volutamente ridicola, drammatica nella sua disarmante umanità di destini semplici, forti, miseri che si lasciano andare alla vita nella consapevolezza – come l’Uomo dal fiore in bocca di Pirandello ripetutamente citato – della morte. Marìa Muñoz ha presentato Mal pelo, sulla musica de Il clavicembalo ben temperato di Bach, «l’approccio più puro e spoglio al rapporto tra musica e danza; una sfida che ha richiesto anni, il desiderio di danzare guancia a guancia con la musica di Bach»; Sol Picò con W.W. (We Women) ha realizzato una danza ambientata in un accampamento in cui donne di diversa provenienza, di diversa fisicità, di diversa indole giocano a una convivenza energica e affettuosa, portando alla luce una forza che sa essere determinazione, coraggio, capacità di superare i limiti, compresi quelli di confinamenti di genere. David Garcìa Aparicio con il collettivo Movimento d’insurrezione sonora ha portato in scena il lavoro sperimentale condotto nei giorni precedenti allo spettacolo con gli allievi della classe di Composizione e improvvisazione jazz di Paolo Damiani del Conservatorio di Santa Cecilia e con gli allievi del Biennio di Composizione della Scuola di Coreografia dell’ Accademia Nazionale di Danza coordinati da Enrica Palmieri. Il workshop di improvvisazione guidata era stato diretto dallo stesso Aparicio, musicista e direttore d’orchestra, e da Sol Picò per la parte danzata. Seguendo le tracce di segni gestuali appresi durante il workshop e la musica eseguita dal vivo, gli allievi dell’Accademia hanno improvvisato in passi a due e in piccoli gruppi che si alternavano sulla scena, dando plasticità e movimento al suono jazz avvolgente e danzato esso stesso dall’ensemble del Conservatorio. La rassegna è stata conclusa da un altro lavoro fortemente basato sulla musica, Capricis, una coreografia ispirata alla struttura dei Capricci di Paganini, danzata da Ángels Margarit / Compañia Mudances, artista impegnata anche in lavori di video danza, installazioni, teatro e improvvisazione. Capricis è stato anche il tema del workshop dedicato ai bambini l’ultimo giorno del festival, una iniziativa di grande merito

La danza contemporanea è, nelle svariate sfaccettature dei suoi percorsi e delle sue realizzazioni, danza di strada, di ricerca, di mutue relazioni.