Natalia Gozzano

Lo scorso mese di febbraio si è svolta la decima edizione del festival della nuova danza Equilibrio, sotto la direzione artistica del coreografo e danzatore Sidi Larbi Cherkaoui.

La varietà dei linguaggi e degli stili, l'apertura alle proposte di coreografi emergenti, insieme a quelle di coreografi affermati, hanno offerto l'idea della complessità e della vivacità della scena coreica internazionale contemporanea. Larbi Cherkaoui ha presentato, per la prima volta in Italia Genesis (fig.1), uno spettacolo frutto della collaborazione con la danzatrice e coreografa cinese Yabin Wang. Il motivo della generazione, della trasformazione, del passaggio da uno stadio all'altro, passaggio corporeo, musicale, spaziale, spirituale si dipana in una danza corale e individuale di grande suggestione e poesia.

Il panorama della danza contemporanea che si è susseguito nel corso del festival ha evidenziato quel rifiuto di ogni gerarchia in cui si individua una delle qualità della ricerca artistica di Sidi Larbi Cherkaoui, in merito alle tipologie dei linguaggi proposti. Ciò ha permesso di evidenziare, oppure no, ma in ogni caso di conoscere e di riconoscere l'eterogenea vitalità della scena coreica mondiale. E così di partecipare al divertimento e al senso di appartenenza alla collettività nella sua espressione gioiosa di musica e danza con Rian del Faboulous Beast Dance Theatre (fig.2) degli irlandesi Michael Keegan-Dolan (coreografo) e LiamO'Maonlai (direzione musicale dal vivo), spettacolo vincitore del Premio Bessie Awards nel 2013; oppure all'intenso lirismo di iTMOi (in the mind of Igor) (fig.3), con cui Akram Khan rende omaggio alla musica di Igor Stravinsky attraverso una celebrazione rituale forte, densa di colori e immagini che evocano la dimensione archetipica del Sacre du Primptemps del grande musicista russo. Di segno ancora diverso è l’ironico gioco messo in scena con Protocol relating to status of bucket and rope dal giapponese Shintaro Oue (fig. 4), in cui quattro danzatori si muovono, giocano, litigano come personaggi di fumetti, buffi e aggraziati al tempo stesso; e così il gusto per una danza aperta, leggera, ironica e fantasiosa si coglie anche in Mind a Gap della Compagnia Anton Lachky (cofondatore del collettivo Les Slovaks) (fig. 5). Di tutt’altro segno la drammaticità insistita e ripetitiva, presunta metafora del conflitto maschile-femminile che si respira con Asobi di Kaori Ito (fig. 6), mentre con meno pretese è la dichiarata decostruzione delle pose hip-hop nei gesti ritmati dalle percussioni di Autarcie della coreografa Anne Nguyen (fig. 7). E, per finire, uno dei momenti più coinvolgenti è stata la sublime e troppo breve AP15 (fig. 8), ispirata all’anelito della fusione di corpo e anima danzato da Sebastien Ramirez e Honji Wang, a cui ha fatto seguito il meno interessante True Blue Market (fig. 9). Il festival si è aperto e chiuso con i giovani artisti partecipanti al Premio Equilibrio: all’apertura i finalisti selezionati da Sidi Larbi nel corso del 2013, Annamaria Ajmone, Manfredi Perego, Damiano Ottavio Bigi e Africa Manso Asensio, Tommaso Monza, Irene Russolillo, Andrea Gallo Rosso e Moreno Solinas; alla chiusura i vincitori del Premio Equilibrio 2013: Francesca Foscarini, vincitrice del Premio Equilibrio 2013 per l’interprete, ha danzato la coreografia di Yasmeen Godder Gut Gift, e Gleni Caci, vincitore del Premio Equilibrio 2013, ha presentato Hospice.

Durante il periodo del festival, all’Auditorium era allestita la mostra fotografica Equilibrio fuori scena con opere di Flavio Ianniello, Riccardo Musacchio e Paolo Porto.