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arte e oltre / art and beyond
rivista trimestrale di arte contemporanea
ISSN 2284-0435

Alberto Vannetti

Scrivere di Luigi Billi dopo la sua scomparsa mi sembra impossibile, ma ci provo. Amici dall'età di 14 anni al Liceo Artistico dove abbiamo mosso i primi passi nelle arti ci eravamo convinti di frequentarci e invecchiare in qualche bel posto nel mondo, come poteva essere la Puglia, insieme ai rispettivi compagni e magari con altri amici. Oggi devo cercare di ricordarlo attraverso il suo lavoro che ho seguito spesso perché si è incrociato con il mio molte volte sia per mostre che nel periodo di Opening (la rivista di arte contemporanea edita a Roma per quasi 10 anni da me fondata), dove eravamo entrambi nel comitato editoriale. 

Mi è difficile prendere le necessarie distanze critiche dal suo lavoro, perché la consuetudine e la frequentazione di una vita inevitabilmente entrano nell'analisi critica e danno per scontato una conoscenza quasi capillare dell'artista e della sua biografia che qui non posso raccontare in tutti suoi dettagli seppur per me significativi ma spero e credo ci saranno grandi occasioni espositive per dipanarla nel modo più completo.

Il recupero di immagini di ogni tipo e di ogni epoca ma soprattutto del'900, l'accumulo di fotografie le più disparate, le letture continue dalle più "colte" alle più popolari, la creazione di concetti e frasi illuminanti, erano una caratteristica che fin dall'inizio è stata la base della sua opera. 

Egli lavorava per serie di opere legate da uno stesso filo, da una stessa ricerca o approfondimento, finché una nuova circostanza di vita, lettura, conoscenza non apriva una nuova storia. Si spesso sembrano immagini come romanzi visivi le sue opere: la serie iniziale dei primi anni '80 dei "Paesaggi umani", le "sopravvivenze", i baci Perugina, i fotoromanzi riscritti, i ritratti, le "donne", gli "hombres" fino ai "cieli di bosco" degli ultimi anni. 

Inevitabilmente i rimandi affondano nella Pop Art statunitense e italiana e in alcuni aspetti dell'Arte Concettuale ma con tutta quella rilettura critica ed estetica così personale e ragionata, per molti versi innovativa che raramente troviamo nel panorama dell'arte contemporanea attuale spesso solo autoreferenziale. Troviamo in lui una raffinatezza della ricerca sulle immagini con uno studio meticoloso dei soggetti, degli sfondi, di brevi frasi e pensieri come nelle moltissime cartoline che inviava ogni anno ad una cerchia di amici e collezionisti o gli accostamenti di oggetti inanimati o naturali come nella  serie delle "naturae" tutto filtrato attraverso il mezzo fotografico poi rielaborato sia in digitale che manualmente, variato su diversi supporti plastici che gli permettevano di ottenere anche una strana matericità  con gli "accartocciamenti"  casuali della plastica che addirittura potrebbero ricordare paradossalmente, ma su altri significati, l'Action Painting.

Ma su tutti gli aspetti critici, artistici e formali prevale l'individuale visione dell'arte, caratteristica generazionale di molti autori della fine del '900, non classificabile in schemi preordinati, libera di guardare ovunque nel mondo, libera di sperimentare e attraversare culture e tecniche e certamente nel caso di Luigi piena di civiltà e umanità.

Caro Luigi, ti scrivo ...