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arte e oltre / art and beyond
rivista trimestrale di arte contemporanea
ISSN 2284-0435

Natalia Gozzano

«Pero todo se acabò. Mi mundo ya no existe». Ma tutto è finito. Il mio mondo ormai non esiste più.

La frase pronunciata dalla bella fanciulla dalla chioma fluente e l’espressione malinconica si legge nel fotogramma del fotoromanzo che Luigi ha stampato su una lastra metallica su uno sfondo di fiori colorati. Uno dei tanti lavori dedicati a questo genere letterario della cultura pop che tanto amava. Un modo per dire cose altrimenti non permesse? Non permesse nella loro forma più spudoratamente emotiva, diretta, fragile. Questo mi viene in mente, forse anche perché, a contrasto della frase e dell’immagine di quel lavoro, che mi aveva regalato, la sua dedica diceva «Alla mia amica Natalia. Al suo mondo resistente e felice». Mi sono spesso chiesta a cosa alludesse parlando del mio mondo «resistente e felice». Tralasciando la possibilità di capire, in quel momento, se fossi felice, mi colpiva di più l’aggettivo «resistente». Non posso certo dire se quello di Luigi, almeno in quel periodo, lo fosse. Però il contrasto con la fragilità della fanciulla dalla lunghe, fluenti chiome, così giovane e bella, che sente di non avere più il «suo» mondo, ora mi tocca particolarmente.

Il lavoro di Luigi mi piaceva: lo trovavo elegante, bello, divertente, ironico e tenero al tempo stesso; ma pungente, doloroso.

Esponeva attraverso i suoi fotoromanzi rielaborati con una grafica smagliante, attraverso i suoi biglietti d’amore dei baci Perugini ingranditi, accartocciati e plastificati un desiderio di gioco infantile che forse sentiva interrotto ma dal quale non poteva staccarsi. L’infanzia, il rapporto padre-figlio era infatti un tema nevralgico per lui, come la serie Ho vietato a mio padre di chiamarmi figlio rivela, ancora in immagini chiare, forti, come cartelli pubblicitari.

Queste sono le opere che più ricordo, quelle del periodo in cui facevamo Opening. Incontrandoci in redazione, parlando dei numeri della rivista da comporre, e incontrandoci alle tante mostre dei giovani artisti della Roma degli anni Novanta.

Le sue opere resistono, felici.

Caro Luigi, ti scrivo ...