www.unclosed.eu

arte e oltre / art and beyond
rivista trimestrale di arte contemporanea
ISSN 2284-0435

Mauro Folci
IcoPDFdownload

Caro Domenico,
è stato detto molto all’epoca dei fatti e davvero non saprei cosa aggiungere di nuovo e di interessante. Posso dire che a distanza di 20 anni, Effetto Kanban con le riflessioni che poneva è ad oggi una mostra ancora valida. Penso ai miei tanti studenti, solitamente giovani artisti con un lavoro già maturo, intelligenti, determinati che devono accettare lavori pagati anche 3 euro l’ora per sopravvivere e studiare a Milano. 
Non so bene come andarono le cose, chi fossero i docenti messi in allarme - come recita l’ordinanza del rettore - e che forma di protesta misero in atto per ottenere il bando di Kadavergehorsam dalla città universitaria La Sapienza. Ipotizzai, all’epoca, l’intervento della comunità ebraica di Roma che poteva avere frainteso l’utilizzo della parola kadavergehorsam nello specifico contesto discorsivo della mostra, così reagendo alla nota tesi di Hanna Arendt esposta in La banalità del male dove la Kadavergehorsam di Eichmann descrive la ligia e cadaverica forma di vita dei tedeschi sotto il Terzo Reich. Ipotesi che abbandonai subito dopo aver consultato Adachiara Zevi che escluse qualsiasi intervento della comunità ebraica in quanto non è l’anonimato il modo di denunciare situazioni critiche. Insomma non so come andarono le cose, ma di certo l’intervento censorio fu politico. Pare ovvio. E come poteva essere altrimenti se il progetto espositivo, composto da Kadavergehorsam e da Effetto Kanban, era inequivocabilmente politico. In ultima analisi la domanda che poneva la mostra era questa: perché non ci sono le barricate nelle strade? perché non ci sono le rivolte nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università? Da questo punto di vista la rimozione di Kadavergehorsam e la chiusura anticipata dell’azione Effetto Kanban a causa delle quotidiane provocazioni della polizia politica, più che di censura direi che si è trattato di uno scontro politico che implicitamente confermava la tesi di base della mostra: l’obbedienza cadaverica come effetto della riconversione tecno-scientifica del sistema generale di produzione di beni materiali e immateriali iniziata alla fine degli anni ‘70 del secolo scorso e che ha segnato drammaticamente la fine della conflittualità nei luoghi di lavoro, che sono, per estensione, i luoghi abituali delle nostre esistenze, la strada, la città, le relazioni, il linguaggio, i dati personali e così via.
Effetto Kanban racconta come la psico-ingegneria della fabbrica integrata, di cui la Fiat di Melfi ne è stata il modello in Italia, sia riuscita a neutralizzare la conflittualità dei lavoratori ed eroderne i pochi diritti conquistati con le lotte operaie degli anni ‘60 e ‘70 del novecento; racconta di come il just in time – manifesto ideologico del toyotismo – sia diventato sistema egemonico, modalità di default non solo della produzione materiale e immateriale ma più significativamente della formazione di un soggetto e di una comunità naturalmente capitalista, di una comunità linguistica che riproduce se stessa naturalmente capitalista. E questa è la kadavergehorsam.
                                                                                                                                      
Gennaio 2023