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arte e oltre / art and beyond
rivista trimestrale di arte contemporanea
ISSN 2284-0435

Il secondo murales a Piazza Venezia

Anna Dipasquale
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«Ci eleviamo sollevando gli altri
ha in sé già il messaggio più forte. Lavorando con tantissime comunità da quasi vent’anni ormai, l’idea che tutti insieme ci si possa risollevare senza lasciare nessuno indietro è senz’altro il tema che emerge ogni volta che lavoriamo con tantissime persone. E il teatro, ci sono scene ovunque ci giriamo, ma anche la vita di tutti i giorni è una scena. Le persone, le silhouette, le sagome che vedrete raffigurate nell’enorme collage che è sui silos rappresenta delle vere reali persone, che esistono, che sono esistite, che hanno lavorato insieme a noi. E quindi in teoria può essere chiunque: il passante, il lavoratore del cantiere, letteralmente chiunque. Quindi è un monumento, se vogliamo parafrasare la dicotomia momento-monumento, monumento al qui ed ora, ai cittadini qui e adesso»(1).
Queste le parole che Marinella Senatore ha pronunciato riallacciandosi al discorso introduttivo di Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, in occasione del disvelamento del suo murales intitolato Ci eleviamo sollevando gli altri. Ad oggi infatti, e dal 14 aprile 2025, l’opera di Senatore campeggia in Piazza Venezia a Roma a ricoprire e nobilitare le fredde superfici verdi dei dieci silos del cantiere che darà luce alla stazione forse più importante e laboriosa nel progetto per la realizzazione della Metro C. Campeggia nel duplice significato del termine: svetta per collocazione e per colori, in un luogo tanto denso di storia, e allo stesso tempo non gode della medesima immanenza di ciò che lo circonda. L’opera è la seconda del progetto Murales: arte contemporanea in metro, promosso da più imprese guidate da Webuild e Vianini Lavori, con il patrocinio del Comune di Roma e delle Soprintendenze e la curatela di Spazio Taverna. Il progetto prevede, in un lasso di tempo tra dicembre 2024 e dicembre 2026, l’alternanza, ogni quattro mesi, di murales stampati su teli plastici per un totale di 640 mq, realizzati da sei artisti italiani di grande rilevanza internazionale e selezionati da un Comitato Scientifico che comprende la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, il Palazzo delle Esposizioni, la Galleria Borghese e il MAXXI (2). Il primo murales, Costellazioni di Roma a opera di Pietro Ruffo (inaugurato il 16 dicembre 2024), ha dato il via all’iniziativa che vede dunque coinvolti, oltre a lui e a Marinella Senatore, Liliana Moro, Elisabetta Benassi, Nico Vascellari e Toiletpaper (3). Mirabile esempio di arte in un contesto pubblico che, benché adotti il linguaggio del murales, non risulta, in questo caso, per sua natura, sovrapponibile alla Street Art, i cui presupposti appaiono differenti. Come ha scritto Elisabetta Cristallini in merito al murales di William Kentridge sulle sponde del Tevere, Triumphs and Laments (2016), commentando un’operazione che altrettanto presenta consonanze e dissonanze con la Street Art: «Se il fregio di Kentridge incrocia quindi problematiche connesse con la Street Art, i presupposti sono tutti diversi: nessun tentativo di “riqualificazione urbana” né spontaneismo né recupero di spazi abbandonati o di luoghi periferici né tantomeno volontà di protesta o di riscatto. Kentridge ha lavorato nel cuore di Roma antica, narrando una sua storia della città attraverso una lunga e complessa operazione condotta in piena legalità […]» (4).
Una similitudine dunque con l’opera di Marinella Senatore che si inserisce in un contesto parimenti carico di valenza storica e altrettanto centrale quale è Piazza Venezia. Il confine tra i linguaggi esiste ma rimane sottile. A differenza dell’opera di Kentridge, destinata alla sparizione, per i murales di Piazza Venezia si è già pensato a un destino conservativo: il sindaco Roberto Gualtieri ha infatti dichiarato che si sta lavorando per far sì che i murales dismessi, allo scadere dei quattro mesi di pertinenza per ciascun artista, non vengano gettati ma vengano anzi «riproposti in periferia», come «patrimonio comune della città» (5). La proposta di Webuild e Vianini Lavori, secondo le parole degli amministratori delegati Pietro Salini e di Vincenzo Onorato, è stata infatti quella di provare a trasformare un cantiere così tanto invasivo in un’occasione per godere di una «bellezza effimera che unisca l’utile al bello e all’arte», dando spazio ad artisti italiani contemporanei e ricordando come un tempo allo stesso modo contemporanei erano tutti coloro che sono stati chiamati a realizzare le bellezze artistiche di Piazza Venezia (6). Il cantiere si fa dunque sfondo e supporto di fugace opera d’arte, in un temporaneo connubio tra arte e industria, connotate da tecniche e linguaggi che in questo contesto si sposano perfettamente a progresso e innovazione per una progettazione urbana a servizio del cittadino, del lavoratore, del turista. E non è di certo la prima volta che nel corso della storia (dell’arte) viene posto in essere un dialogo tra industria e arte, dalle infinite possibilità e sfaccettature (7). Dialogo che dunque diviene substrato per tessuto connettivo che muta e si trasforma, i cui legami creano una comunità. “Io contengo moltitudini” è, infatti, una delle frasi che compaiono sul murales di Marinella Senatore e che lei ha utilizzato in numerose altre occasioni. È la traduzione della frase “I contain multitudes” di Walt Whitman e si pone sul versante dell’opera che guarda a Palazzo Venezia, quasi come in risposta a un’altra frase, posta accanto, in alto a sinistra: “Who are you”, scritta nella forma interrogativa ma senza alcun segno di interpunzione. Sul versante opposto del murales invece, in basso a sinistra, compare il copy che dà nome all’opera e che ne racchiude, appunto, il senso più profondo: “We rise by lifting others” ovvero “Ci eleviamo sollevando gli altri”, citazione del pensatore americano Robert Ingersoll (8). Il testo infatti accompagna ed è spesso elemento portante di molte opere di Senatore e si ripropone nel tempo a sottolineare il messaggio che di volta in volta vuole essere protagonista. Entrambe queste frasi - “I contain multitudes” e “We rise by lifting others” - compaiono non a caso insieme anche nella recente e gigantesca luminaria realizzata per il festival di Noor Riyadh del 2023, creando un filo conduttore tra comunità distanti tra loro e per le quali ugualmente vanno a celebrare un senso di collettività e di condivisione creatosi in un «laboratorio di emancipazione» (9). I soggetti, trasposti all’interno del murales di Piazza Venezia in silhouettes nere, rappresentano dunque l’individuo qualunque all’interno della comunità, in una danza condivisa che è l’esito storicizzato e materiale degli atti performativi dell’artista. Marinella Senatore infatti, attraverso vari media e soprattutto attraverso le performance che ad oggi hanno coinvolto più di 8 milioni di persone, si pone sempre l’obiettivo di una «comunità» in cui ci sia un sentimento di uguaglianza e di aggregazione attraverso una «creazione condivisa e corale» (10). L’individuo che partecipa alla performance ha una sua dignità all’interno della comunità: tramite l’atto performativo si creano nuovi legami e nuovi sensi di appartenenza, in una comunione universale, anche tra persone e realtà diversissime tra loro. In questo senso, l’opera è la raffigurazione di un «momento collettivo vissuto da tutti coloro che [Piazza Venezia] la vivono quotidianamente» (11). Il supporto plastico, dunque non immediatamente deperibile, che riveste i silos ospita come risultante un vero e proprio collage stampato che è l’esito di un’orchestrazione-astrazione dell’artista: Senatore raffigura un vissuto che è reale, tra quinte teatrali poste sul palco della piazza e di Roma intera e colori sgargianti quali il rosso e il giallo che insieme al bianco e al nero sono il frutto dello studio della luce, altro elemento cardine della sua poetica (12). Ed è proprio la poetica dell’artista che incrocia forse una eco pop delle visioni urbane di Titina Maselli e allo stesso tempo la gioiosità bidimensionale delle gouaches découpées di Henri Matisse. 
Il risultato consequenziale è un’opera site-specific, partecipata e poetica in un crocevia di umanità sospese nel tempo, commistione di un susseguirsi storico e, chiaramente, storico-artistico che ha come sfondo un teatro che attraversa i secoli e che si fa metaforicamente museo. «L’arte non ha più, dunque, dei luoghi esclusivi di appartenenza, piuttosto “ha luogo”, in quella che si presenta come una continua insaziabile ricerca di nuovi territori da esplorare. […] dove c’è vita sociale ci deve poter essere l’arte. Entrare nel sociale, nel quotidiano non per sovrapporcisi o per appropriarsene ma per essere insieme, per esserci, per riconnettere la nozione di arte con il tempo contemporaneo» (13).
Resta pertanto da chiedersi quale sia il dialogo che si instaura tra l’opera di Senatore e il Vittoriano, Palazzo Venezia, l’area archeologica e Via dei Fori Imperiali. Un dialogo che non è diretto ma si pone in uno spaccato urbano che porta in sé le problematiche non solo del passato più remoto ma anche del contemporaneo, dell’hic et nunc appunto. Nella visione di Senatore il proprio lavoro di artista è «energia» che si sviluppa da un «cortocircuito tra elementi differenti messi in dialogo in uno stesso spazio» (14). Una continuità, dunque, che non può essere stilistica né tantomeno formale, ma che attraverso una partecipazione reale e metaforica celebra appartenenza, uguaglianza e sentimento di comunione per il tramite di legami invisibili che adottano il linguaggio del contemporaneo. 

Luglio 2025

1) Webuild S. p. A, Rivedi l’evento “Murales”: svelata a Piazza Venezia la seconda opera del progetto, video completo dell’evento del 14 aprile 2025, al min. 17.20:  https://www.youtube.com/watch?v=XbNViI6wwDo (consultato il 28 giugno 2025).
2) Ivi; Quando i cantieri si trasformano in gallerie d’arte a cielo aperto. Questi spazi diventano tele per artisti locali e internazionali, in WeBuildValueDigitalMagazine: https://www.webuildvalue.com/en/; Murales, a Piazza Venezia l’opera di Marinella Senatore, in Comune di Roma: https://www.comune.roma.it/web/it/home.page (consultati il 28 giugno 2025).
3) Webuild S. p. A, “Murales, arte contemporanea in metro”: a Piazza Venezia la seconda opera del progetto: https://www.youtube.com/watch?v=11ntFnTnQoI (consultato il 5 luglio 2025).
4) E. Cristallini, William Kentridge, Triumphs and Laments: una narrazione storica in dialogo con la città di Roma, in Arte sui muri della città. Street Art e Urban Art: questioni aperte, a cura di Patrizia Mania, Raffaella Petrilli ed Elisabetta Cristallini, Roma, Round Robin, 2017, pp. 85-98, a p. 86. Tuttavia è chiaro che in qualche misura un recupero di Piazza Tevere sia avvenuto grazie all’invito di Kentridge da parte dell’artista americana Kristin Jones. Inoltre, quel luogo che si estende tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, in occasione dell’inaugurazione dell’opera di Kentridge il 21 aprile 2016, si è trasformato anch’esso in un teatro (come metaforicamente Piazza Venezia nel caso del murales di Senatore). Ivi, p. 86 e p. 93. Sul rapporto tra Street Art illegale e “Street Art” istituzionale, si veda anche Alberta Campitelli, Dalla strada al museo: la Street Art da illegale a istituzionale, in Arte sui muri della città…op. cit., pp. 55-70, alle pp. 55 e 60-67.
5) Webuild S. p. A, Rivedi l’evento “Murales”: svelata a Piazza Venezia la seconda opera del progetto, video completo dell’evento del 14 aprile 2025, al min. 3.30:  https://www.youtube.com/watch?v=XbNViI6wwDo (consultato il 28 giugno 2025).
6) Ivi, al min. 7.40 e al min. 11.30 (consultato il 29 giugno 2025).
7) Cfr. anche Cantieri dell’arte. 14 artisti e uno spazio industriale, catalogo della mostra tenuta a Milano nel 2004, idea di Donatella Nani, a cura di Angela Madesani, Cinisiello Balsamo, Silvana, 2004.
8)Webuild S. p. A, Video intervista a Marinella Senatore sull’opera “Ci eleviamo sollevando gli altri”: https://www.youtube.com/watch?v=WKbfuVl8KL4 (consultato il 29 giugno 2025).
9) Mazzoleni, Marinella Senatore Studio Visit: https://www.youtube.com/watch?v=RKMEcfl7Ado; Noor Riyadh 2023 – Marinella Senatore, in Mazzoleniart, https://mazzoleniart.com/it/home-page/ (consultati il 29 giugno 2025).
10) Ibidem (consultato il 29 giugno 2025).
11) Parole di Cristina Mazzantini, Webuild S. p. A, Rivedi l’evento “Murales”: svelata a Piazza Venezia la seconda opera del progetto, video completo dell’evento del 14 aprile 2025, al min. 13.20:  https://www.youtube.com/watch?v=XbNViI6wwDo (consultato il 29 giugno 2025).
12) Riguardo nello specifico al murales Ci eleviamo sollevando gli altri, si noti inoltre che, in particolari condizioni di luce, si manifesta maggiormente l’accostamento di due diverse tonalità di rosso, una più tendente al vermiglione, l’altra al rosso/rosa corallo, entrambe molto sgargianti.
13) P. Mania, L’arte che “ha luogo” negli interstizi della città, in Visioni Urbane Contemporanee. Cantieri d’arte, a cura di Michele Benucci, Marco Trulli e Claudio Zecchi, Roma, Gangemi, 2009, p. 37.
14) Claire Fontaine, Pasquarosa, Marinella Senatore, catalogo della mostra (Fondazione Nicola Del Roscio, Roma, 20 ottobre 2020-27 marzo 2021), a cura di Pier Paolo Pancotto, Roma, Di Virgilio, 2020, p. 26.